“Se credi di essere libero lo sei, se credi di essere limitato lo sei. Perché è vero il detto: tu sei ciò che credi.”
Suzuki Roshi
Lo Zen è un vero e proprio stile di vita che conduce chi lo pratica a un consolidamento di attitudini costruttive di un approccio accogliente agli eventi della vita e volto all’accettazione di sé, all’individuazione e valorizzazione dei propri punti di forza.
Lo Zen fa parte del patrimonio culturale orientale da tempi remoti e il buddhismo Zen è una delle differenti correnti buddhiste, ma nella sua essenza non è né una religione né una filosofia, quanto piuttosto una via verso una radicale evoluzione nell’approccio all’esistenza, un insieme di atteggiamenti e pratiche che possono essere portati nella vita quotidiana. Lo stesso Bodhidharma propugnava una forma di buddismo basata sull’esperienza diretta e diffidava dal fondarsi rigidamente sulle dottrine.
Lo Zen come stile di vita
Interpretato come stile di vita, lo Zen mira all’essenzialità, alla presenza mentale in tutto ciò che facciamo, alla volontà di non farci ingannare dai limiti e condizionamenti della nostra mente, né travolgere dalle emozioni. Questo è anche il motivo per cui oggi lo Zen dimostra una grande vitalità soprattutto in occidente, proponendosi come perenne fonte di ispirazione per milioni di persone in tutto il mondo.
Si può praticare lo Zen senza abbracciare la fede Buddista. Taisen Deshimaru, uno dei massimi Maestri Zen dei nostri giorni ha affermato: “lo Zen è al di là delle religioni”. In quanto alla pratica delle meditazioni, i benefici sono molteplici e posso giovare a chiunque senza alcuna interferenza con la laicità o il credo personale.
Lo Zen parte dalla considerazione che ogni essere è già perfetto è già illuminato ha già in sé tutto il potenziale della “natura del Buddha”.
Tuttavia questa natura originaria è nascosta sotto le “incrostazioni” dei nostri condizionamenti e dei nostri attaccamenti, sotto le scorie di una ristretta visione individuale che ci impedisce di immergerci incondizionatamente nella realtà della vita, costringendoci a restare confinati in una esistenza illusoria, fatta di conflitto di avidità, di collera ed in una parola di dolore.
Attraverso la pratica della consapevolezza e della meditazione, possiamo liberare la nostra originaria natura “illuminata” e vivere un’esistenza all’insegna della libertà interiore e della compassione.
La compassione per tutti gli esseri nasce quando noi abbandoniamo il nostro ego e cessiamo di fare di noi stessi il centro del mondo. Lo Zen ci aiuta anche a recuperare uno stato di armonia con l’universo intero in tutte le sue manifestazioni. Infatti la mente raziocinante è scissa, procede per dualità e distinzione separando materia e spirito, bene e male, essere e non essere: ma la vera realtà è una dimensione indivisibile che tutto abbraccia.
Nello Zen il corpo non è ne negato, né mortificato, anzi è considerato uno strumento per raggiungere il “risveglio” e il tempio della nostra dimensione spirituale.

Le peculiarità dello Zen
Lo Zen si distingue dalle altre tradizioni Buddiste per alcune peculiarità:
- privilegia l’esperienza diretta della pratica spirituale rispetto all’apprendimento teorico: ciò nasce da una sorta di sfiducia nella possibilità del linguaggio umano di esprimere concetti cruciali come “il risveglio” e “l’illuminazione”;
- si basa su un metodo di ricerca spirituale che si discosta da quelli delle altre tradizioni: per esempio, la tradizione Hinayana insiste molto sulla pratica della perfezione morale, mentre nello Zen questa è di certo importante ma solo come punto di partenza. Nella scuola Mahayana si seguono pratiche devozionali rivolte ai Buddha e ai bodhisattva e nella tradizione Vajrayana si ricorre alla visualizzazione e all’uso di mantra (sillabe sacre) e mandala (disegni simbolici) come supporto alla meditazione.
Nello Zen queste pratiche pur essendo in uso, sono accessorie: il fulcro di tutto è la meditazione concentrata sul vuoto che si distingue dalla tipica meditazione di origine indiana che è invece focalizzata dalla mente su di un oggetto. Nello Zen si punta direttamente alla mente cioè si arriva a creare un vuoto mentale tramite un addestramento diretto e pratico, evitando la speculazione filosofica che invece è tipica di molte altre scuole buddhiste.
Infine lo Zen tra tutte le tradizioni buddiste, è l’unica che ammette la possibilità dell’illuminazione improvvisa. Se si intuisce qui e ora la vera natura della realtà cosmica, non sono necessarie molte vite per raggiungere l’illuminazione, ma basta un istante. Il concetto stesso di “illuminazione”, in questo senso, perde la valenza mistica tipica degli approcci prettamente religiosi.
È così che con la pratica dello Zen possiamo liberare la nostra natura illuminata e vivere una esistenza all’insegna della libertà interiore e della compassione.